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08.02.2022 ESG, PERCHÉ LE PMI DEVONO SPINGERE SULLA TRANSIZIONE GREEN

La transizione verso un’economia sostenibile avrà un impatto positivo sull’attività. La pensa così il 50% dalle imprese italiane pronte ad aderire ai principi Esg con appropriati modelli di business.

È quanto emerge da un’analisi condotta con Format Research da Euler Hermes, società del gruppo Allianz, che tocca i temi della tutela dell’ambiente, dei lavoratori e della parità di genere. L’indagine è stata condotta su un campione rappresentativo di imprese italiane, extra-agricole e non finanziarie, con un fatturato di almeno 2,5 milioni di euro.

In pole position i big di manifattura, turismo e servizi 

Sono le aziende di dimensioni maggiori (il 71,9% del totale) che per prime hanno compreso l’importanza di modificare il loro rapporto con l'ambiente e con l'essere umano. Investire nel green è un vero e proprio acceleratore del business, oltre che un ottimo passe-partout per accedere ai finanziamenti degli istituti di credito.

In primo piano ci sono le imprese manifatturiere del Nord Italia ma anche le grandi imprese della ricezione turistica e alberghiera e dei servizi, molte delle quali presenti anche nel Mezzogiorno. Per comprendere la portata del cambiamento, basta ricordare che solo il 4% delle imprese ritiene che lo sviluppo sostenibile possa essere un freno alla crescita.

A livello territoriale, sono ad oggi in fase avanzata le aziende del Nord Est, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. 

Il tema fondamentale del clima

Nubifragi, frane, terremoti, inondazioni: sono fenomeni ormai molto comuni anche sul territorio italiano, capaci di creare danni enormi alle persone ma anche alle imprese.

Dal turismo di Venezia alle attività industriali nell'area Sud di Roma, gli eventi climatici hanno creato negli ultimi anni danni considerevoli. E infatti il 32,8% delle imprese teme di essere colpito da fenomeni che hanno a che fare con il cambiamento climatico, il degrado ambientale o qualunque genere di calamità naturale.

Colpisce poi che proprio le imprese di dimensioni minori (quelle che non raggiungono i 10 milioni di fatturato) siano le più esposte ai cambiamenti climatici. Una ragione in più per investire in uno sviluppo che tuteli l'ambiente e per sostenere le politiche governative di contrasto ai cambiamenti climatici.

Progettare nuovi modelli produttivi

Le imprese camminano lungo la frontiera del cambiamento anche per avere un vantaggio competitivo sugli altri. Il 37,8% delle aziende italiane ha infatti già avviato investimenti in tema di sostenibilità ambientale.

Il 27,8% aveva iniziato prima del 2020, il 10% si è accodato nel corso del biennio 2020-2021, mentre il 7,7% lo farà entro il 2023.Tutte vogliono salire sul treno della sostenibilità perché sono ormai consapevoli che questo possa davvero rappresentare un acceleratore per il business.

Significativo è anche capire perché le aziende stanno indirizzando una parte considerevole dei loro investimenti proprio sul green. La maggior parte (il 69,3%) lo fa per adeguarsi alle normative italiane e internazionali, ma anche perché investire nel settore migliora l'efficienza operativa, riduce i costi e contribuisce ad aumentare il fatturato.

L'82% delle imprese è convinto che lo sforzo green stia comportando modifiche molto significative ai modelli di business, con il passaggio a processi produttivi a bassi consumi e l'apertura verso un'economia circolare.

Investire nella sostenibilità significa quindi modificare al proprio interno il modello organizzativo e l’approccio al mercato. Utile in questo senso anche la spinta delle politiche pubbliche. Tanto l'Unione Europea quanto il Governo Italiano stanno spingendo affinché le aziende accelerino i loro processi di sviluppo green, un percorso necessario per incoraggiare le imprese a investire sulla strada del cambiamento.

 

Fonte: Sole24Ore, 8 febbraio 2022